ASP Catanzaro: Inaugurato nel P.O. "giovanni Paolo II" di Lamezia Terme il percorso antiviolenza "Rosa Bianca"
(ASP) - Catanzaro, 23 febbraio 2016 - E' stato inaugurato a Lamezia Terme, nel corso di un convegno, il percorso "Rosa bianca" rivolto a donne, anziani e minori vittime di violenza. Il Pronto soccorso dell'Ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme è il primo della Regione Calabria a mettere in pratica il progetto per la presa in carico delle persone fragili che ha messo insieme una task force interistituzionale in prima linea sul territorio come parte attiva contro la violenza.
Insieme al Direttore generale dell'ASP di Catanzaro, dott. Giuseppe Perri, alla referente del percorso Rosa Bianca, dott.ssa Caterina Ermio e alla dott.ssa Renata Tropea, dirigente medico del Pronto soccorso del "Giovanni Paolo II", hanno partecipato all'evento la dott.ssa Vittoria Doretti, medico dell'Asl di Grosseto, il consigliere Vincenzo Ciconte, in qualità di presidente dell'Ordine dei Medici della Calabria, il consigliere regionale Antonio Scalzo, Maria Rita Galati in rappresentanza del presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, l'avv. Elena Morano Cinque, presidente della Commissione per le Pari Opportunità della Provincia, la presidente della Sezione Penale del Tribunale di Lamezia, Maria Teresa Carè, il sindaco di Lamezia Terme, avv. Paolo Mascaro, il dirigente del commissariato di Lamezia Terme Antonio Borrelli, e, a fare le veci del vescovo, monsignor Tommaso Buccafurni. Assente con delega al suo Vicario anche il prefetto Luisa Latella. Presenti anche i rappresentanti dei centri anti-violenza impegnati in tutto il comprensorio.

L'obiettivo del progetto pilota è tutelare i soggetti più fragili che, avendo subito violenza, si rivolgeranno al Pronto Soccorso e vorranno usufruire del percorso "Rosa bianca". Chi lo farà sarà accolto in una apposita stanza, dove sarà garantita al massimo la tutela della privacy.
Il Soroptmist International d'Italia ha contribuito ad arredare la stanza con la fornitura di un lettino ginecologico.
Il percorso è costituito da varie fasi: dall'assistenza della persona, all'individuazione degli episodi di violenza, all'elaborazione del referto medico, alla conservazione e alla guida e l'inserimento nei centri anti-violenza, ognuna delle quali vedrà il coinvolgimento dei vari reparti dell'ospedale che hanno aderito all'iniziativa. I sanitari, dopo aver prestato le cure del caso alla vittima di violenza, interagiranno con le forze dell'ordine, il tribunale, i centri antiviolenza e con tutti gli altri soggetti coinvolti nella task force per garantire un sostegno completo a chi è in difficoltà.
Grande soddisfazione per l'obiettivo raggiunto è stata espressa dal dg Perri, il quale ha precisato che "verrà avviato un percorso di cultura anche per gli operatori che entreranno a far parte di questa rete che servirà anche a colmare il gap di sfiducia che si è creato negli ultimi anni nei loro confronti".
Il progetto e le sue finalità sono stati illustrati dalla dott.ssa Caterina Ermio, medico neurologo dell'ASP di Catanzaro e presidente nazionale Associazione donne medico nonché responsabile del percorso "Rosa bianca" per l'Asp di Catanzaro, la quale ha dichiarato "Oggi vogliamo inaugurare una semplice stanza, che siamo riusciti a recuperare all'interno dell'ospedale. L'obiettivo è stato quello di creare un ambiente accogliente ma riservato al tempo stesso per tutti coloro che sono vittime di violenza e che spesso hanno difficoltà a chiedere aiuto". La dott.ssa Ermio ha poi spiegato che "Il prossimo step è quello dei corsi di formazione per il personale che sarà impegnato nel percorso per un approccio sempre più altamente qualificato con le vittime che arrivano in ospedale e che non hanno solo bisogno di essere curate fisicamente ma comprese sul piano psicologico, emozionale, affettivo".

La dott.ssa Tropea ha parlato di "un momento storico per il nosocomio lametino. La sensibilità - ha dichiarato - è andata oltre il piano di rientro. Dal pronto soccorso partirà questo lavoro di rete tra i soggetti coinvolti nella task force che offriranno alle vittime consulenza medica, legale e psicologica gratuita".
La dott.ssa Vittoria Doretti, medico e socia del Sorotpimist club di Grosseto, che per prima in Italia ha ideato il "Codice rosa" per le vittime di violenza (donne, bambini e anziani), ha spiegato che "lo start up è durissimo, ma restare indifferenti ad un tale fenomeno, dire 'non è mia competenza', è collusione, inoltre è anche molto costoso per il Servizio sanitario nazionale". Il Soroptimist international d'Italia, tre anni fa, sotto la presidenza della prof.ssa Anna Maria Isastia, ha promosso l'istituzione del codice rosa bianca in tutta Italia, attraverso i club presenti in tutte le regioni. La dottoressa Doretti ha inoltre precisato che "Il codice rosa nasce dall'umiltà di voler capire ed ascoltare l'altro che chiede aiuto. La violenza è un mostro a tante teste da aggredire su più fronti".
"Abbiamo grandi emergenze - ha affermato il consigliere regionale Scalzo - ma bisognava dare a questo progetto una priorità. Nell'ultimo anno abbiamo dovuto cassare tutti gli emendamenti che implicavano una spesa". Ha, inoltre, aggiunto "Ci siamo limitati a stanziare 50.000 euro per l'Unione ciechi e gli emotrasfusi, e 300.000 euro per pagare gli stipendi arretrati dei dipendenti di Fondazione Terina. Oggi finalmente entriamo in una fase diversa".
L'avv. Morano Cinque ha dichiarato che "dopo due mesi dalla stipula dell'accordo il percorso "Rosa bianca" è realtà, e questo non può che essere motivo d'orgoglio per tutti".
Con riferimento ai recenti episodi intimidatori a carico di imprenditori lametini e auspicando un mondo migliore, il sindaco della città Mascaro ha sottolineato che "se pensano di rimettere questa città in ginocchio non hanno capito nulla delle capacità di reazione di una Lamezia sana e attiva, come dimostrato oggi dalla messa in atto di questo progetto". Ha poi affermato che "il nostro ospedale deve essere non solo un simbolo di sanità ma anche di legalità".
Da parte del dirigente Borrelli, è stato evidenziato che "è importante fare rete tra polizia, pronto soccorso e tribunale affinché si evitino vicende tragiche come quella di Adele Bruno".
"È un'iniziativa - ha sottolineato monsignor Buccafurni - che rappresenta la volontà di cambiare rotta, tutti gli enti educativi devono essere al servizio della persona umana che ha più bisogno".
L'apertura del Percorso "Rosa Bianca" è prevista anche negli ospedali di Soveria Mannelli e di Soverato.