ASP Catanzaro: Mancuso, bilancio 2012 si chiude con un attivo di 4,5 milioni di euro
(ASP) - Catanzaro, 23 Novembre 2012 - Presentato il bilancio consuntivo dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Nella sede della Direzione generale a Catanzaro il dg Gerardo Mancuso ha illustrato quanto realizzato negli ultimi due anni nell'Asp catanzarese, soprattutto per quanto riguarda i tagli agli sprechi e il miglioramento del servizi. L'importante lavoro condotto dall'Asp catanzarese ha infatti visto la realizzazione di diverse operazioni, necessarie per cancellare il debito accumulato dalle precedenti gestioni. Operazioni che hanno portato a un risultato economico straordinario. Il bilancio consolidato dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro evidenzia risultati positivi e una struttura patrimoniale equilibrata, nonostante le problematiche legate al periodo di congiuntura economica negativa e al Piano di rientro. Alla conferenza stampa di oggi hanno preso parte, oltre che al direttore generale dell'Asp Dott. Gerardo Mancuso, anche il Dott. Mario Catalano Direttore Sanitario e il Dott. Giuseppe Pugliese, Direttore Amministrativo.
"Siamo una delle poche Aziende sanitarie in Italia ad avere realizzato un attivo di bilancio - ha affermato Mancuso - il terzo Conto economico dimostra infatti un attivo di 3 milioni e 800mila euro e dovremmo chiudere il 2012 con un attivo di 4,5 milioni di euro. Aver realizzato attivo di bilancio è una notizia, non solo perché è positivo di per sé, ma soprattutto perchè ci siamo riusciti in una regione che è considerata la regione canaglia per quanto riguarda la finanza italiana. Noi invece abbiamo messo su tutte una serie di attività, di riorganizzazione dei servizi e abbiamo contenuto la spesa che era il primo obiettivo che ci è stato chiesto dai Tavoli ministeriali".
"Il nostro obiettivo prioritario - ha sottolineato Mancuso - era quello di ridurre la spesa, i Tavoli ministeriali infatti non ci hanno chiesto di migliorare i servizi, cosa che evidentemente non abbiamo potuto fare, cosa a cui comunque noi siamo stati molto attenti, infatti abbiamo posto le condizioni per realizzare nel prossimo biennio un miglioramento dei servizi. Ed il servizio migliora quando la gente avrà la percezione che sul territorio si riuscirà ad avere servizi più vicini al proprio domicilio e più efficienti. Il sistema non può migliorare se il punto di riferimento è solo l'ospedale; noi abbiamo un eccesso di ospedali, molti di questi nosocomi non erogano delle attività sanitarie di qualità e questo è il motivo per cui poi si verificano i viaggi della speranza: i cittadini non trovano risposte all'interno della nostra terra e vanno in altre regioni. Per questo noi dobbiamo realizzare prima di tutto le attività territoriali, e per poter fare questo è necessario del tempo, anche se noi abbiamo già predisposto una serie di attività propedeutiche per attuare tutto ciò".
e in questa direzione, ha proseguito il direttore generale, "entro la fine dell'anno partirà la nuova Assistenza domiciliare integrata (ADI) che nell'arco di sei mesi consentirà di far percepire un cambiamento assistenziale perché andremo a casa del cittadino con strumenti e con un numero di prestazioni che sarà tre volte quello che eroghiamo oggi. I cambiamenti in sanità sono sempre lenti, tutte le pubblicazioni indicano come almeno sei-otto anni è il tempo necessario per realizzare un sostanziale cambiamento all'interno del sistema sanitario".