Gerardo Mancuso dg ASP Catanzaro, Come salvare la sanit calabrese

Gerardo Mancuso dg ASP Catanzaro, Come salvare la sanità calabrese

Catanzaro, 20 settembre 2011 - Parola d'ordine: assistenza medica sul territorio. Cioè ambulatori e punti di primo soccorso. "Perché il 35 per cento dei ricoveri ospedalieri sono impropri. E il paziente va all'ospedale perché non trova adeguate risposte sul territorio". "Salvare la Sanità? Più ambulatori e meno ospedali". Catanzaro, la ricetta del dg Mancuso: "Decentrare per avvicinarci al malato". Punto primo, vorrebbe mettere a dieta il bulimico sistema di ospedali a vantaggio di un alto numero di punti "ambulatoriali" di primo soccorso.

Gerardo Mancuso, direttore generale dell'Asp di Catanzaro, e poi, sollecitato, "anche se non è di mia competenza ", il numero uno dell'Asp di Catanzaro dice qualcosa anche sulle vicende più calde che hanno appassionato la sanità negli ultimi giorni, dai quattro nuovi ospedali calabresi alla Fondazione Campanella, dal nuovo ospedale di Catanzaro, per concludere poi con la sua denuncia alla magistratura su alcuni illeciti che sarebbero stati commessi all'interno dell'Asp, in risposta agli attacchi a lui rivolti dal sindacato. Il territorio, per cominciare, è il chiodo fisso del direttore. "Fosse per me - confida - di ospedali in Calabria ce ne dovrebbero essere dieci. Se da quarantadue ospedali si scendesse a dodici, avremmo fatto un gran bel servizio ai calabresi". E dà la sua ricetta di riorganizzazione del territorio provinciale: "Pensiamo a uno snellimento e a una rivoluzione nella riorganizzazione di ospedali e territorio. Il paziente è il nostro punto di riferimento, ed è evidente una carenza nell'assistenza domiciliare e di poli di primo soccorso a scapito di ospedali sovraffollati, perché la gente non trova risposte alternative sul territorio". E allora, che fare? "Il nostro progetto, al vaglio dell'università Bocconi, è di istituire sulla provincia sedici poli di primo soccorso, con una distribuzione equa sul territorio, ogni polo cinquemila utenti, per i malati acuti. Dobbiamo arrivare, in un'ottica di decentramento, fino al paese più lontano, fino alla casa del paziente, ridisegnando il territorio che per ora ha visto una concentrazione troppo forte di strutture sanitarie su Catanzaro, Soverato e Lamezia. E poi ancora, i tempi d'attesa. Tre settimane è l'obiettivo che ci siamo dati, che non deve essere sforato, per il paziente che deve fare delle indagini". Sedici poli, dunque, e anche unità mobili con infermieri e macchine per i pazienti non autosufficienti, e poi la telemedicina, che significa risposte molto più rapide soprattutto per quelle patologie, come l'infarto, per le quali a volte un'ora guadagnata è una vita salvata. "Se nel polo sanitario - spiega Mancuso - il medico di primo soccorso attraverso una rete internet privata manda, ad esempio, l'elettrocardiogramma allo specialista, si può ottenere una diagnosi anche quattro ore prima del previsto. La telemedicina è ciò a cui noi puntiamo".

Questi i primi risultati che Mancuso, da due mesi a capo dell'Asp dopo aver svolto nella stessa azienda il ruolo di commissario, vorrebbe realizzare per il prossimo triennio, il tempo del suo mandato. Ma il primo malato in Calabria, si sa, è proprio la sanità calabrese, con un debito certificato di un miliardo e settanta milioni di euro e tagli ministeriali pesanti, perché "in Calabria, in particolare, negli ultimi vent'anni abbiamo notoriamente speso ben più del dovuto, perché è stato tutto un sovraffollarsi di ospedali mai aperti, di strutture inutili, ma la sanità non si fa con l'ospedale ma con i punti di primo soccorso sul territorio - incalza Mancuso - e ora dal governo dovremmo avere questo finanziamento triennale di 850 milioni di euro per sanare subito il debito con i fornitori". Sui nuovi quattro ospedali in Calabria, per i quali è partita anche un'inchiesta dalla Procura della Repubblica in merito alla vicenda della gestione delle gare d'appalto che la Regione avrebbe affidato a una società privata, la "Infrastrutture Lombarde", "senza entrare nel merito, dico solo, in generale, che gli ospedali non li sanno costruire tutti. L'edilizia sanitaria è diversa dall'edilizia pubblica, se si è ritenuto di rivolgersi a chi è più competente non ci vedo niente di strano", commenta il dg, mentre, sul luogo dove verrà costruito il nuovo ospedale, "si farà a Germaneto credo - continua - e sarà una scelta di qualità. Anche a Rotterdam c'è un ospedale di prima scelta che però è a quindici chilometri dal centro". Infine, un breve passaggio sulla Fondazione Campanella, per la quale, conferma il dg, "si è parlato di una nuova figura giuridica del Polo Oncologico" e poi la sua denuncia alla magistratura per alcuni illeciti che sarebbero stati commessi all'interno dell'Asp di Catanzaro, come risposta ai recenti attacchi del sindacato che lo accusavano di aver predisposto un progetto obiettivo illegittimo. "Fino al mio insediamento in questa azienda venivano effettuati progetti obiettivo senza la preventiva autorizzazione - ha detto Mancuso -. Decisi di abolirli anche con la complicità di persone che lavoravano all'interno dell'Asp. Molti progetti erano difformi e illegittimi, eppure i sindacati sono stati silenti accettando, non sappiamo con che tipo di accondiscendenza, questo sistema. Per questo, dall'inizio del mio mandato, ho abolito tutti i progetti obiettivo e avviato un percorso di trasparenza. Ho proposto come nella normale dialettica delle parti un'ipotesi di progetto obiettivo al sindacato, in piena trasparenza, e questi lo hanno presentato alla stampa come un atto illegittimo. Una situazione semplicemente assurda".

Fonte Calabria Ora